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Articoli - LA QUAGLIA ARLECCHINO



QUAGLIA ARLECCHINO MASCHIO

Francesco Fattori
pubblicato su Italia Ornitologica nel mese di Novembre 2005

Certamente una delle più appariscenti specie di quaglie appartenenti al genere Coturnix, è la Quaglia Arlecchino.

Non comune nei nostri allevamenti come la più ben nota Quaglia della Cina, è però un animale che ben si adatta alla vita in cattività e che non ha grossi problemi a riprodursi.

Prima di descrivere le mie esperienze personali d’allevamento, farò un breve cenno alla sua presenza in natura e una sommaria descrizione.

Nella Quaglia Arlecchino il dimorfismo sessuale è ben netto; difatti il maschio è molto più appariscente della femmina anche se è una specie monogama.

Il maschio si presenta con un bel collarino bianco e nero tipo quello della Quaglia della Cina, mentre il petto ed il ventre sono solcati da una larga striscia nera bordata da due strisce laterali color arancio ocra, il dorso invece è bruno chiaro con delle righe più chiare, insomma una colorazione mimetica sul dorso. La femmina invece si presenta di una colorazione bruna con delle rigature sul dorso, mentre nel ventre e nel petto la colorazione è molto più chiara, direi quasi un color beige chiaro.

Nei confronti della femmina della comune quaglia nel complesso la colorazione si presenta più bruna e meno rigata. La taglia è suppergiù simile a quella della Quaglia comune ed il peso, infatti si aggira sugli 80 - 90 grammi .

L’areale di distribuzione è molto vasto e comprende la maggior parte dell'Africa subsahariana, dal Sudan meridionale, Etiopia, Somalia del sud, tutta l’Africa orientale fino al Sudafrica, mentre nella parte occidentale è presente solo come migrante stagionale, anche se vi sono alcune popolazioni stabili come quella dell'Isola di Sao Tomè (che fra l'altro e anche una sottospecie a se stante). E’ presente anche nella parte sud occidentale della penisola arabica.

In natura predilige terreni aperti, in genere savane parzialmente alberate e di solito ad un’altitudine non superiore ai 1500 metri .

Specie gregaria, si sposta alla ricerca di cibo nei vari territori in cui è presente.

Durante il periodo della cova, le femmine si appartano e formano un semplice nido formato da una piccola depressione nel terreno coperta d’erba secca e nascosta tra l’erba alta, per cercare ovviamente di celare il nido alla vista dei numerosi predatori africani.

Di solito depongono un numero variabile d’uova dalle 4 alle 8 per covata, mentre l’incubazione varia dai 14 ai 18 giorni in relazione anche alla temperatura e all’umidità dell’ambiente.

Si nutre sia di semi caduti dalle graminacee e altre piante selvatiche, ma sia soprattutto d’insetti (termiti, grilli, lombrichi, scarafaggi) di cui è molto ghiotta.

ESPERIENZE D’ALLEVAMENTO  

Questa simpatica specie di quaglia entrò, a far parte del mio allevamento nel novembre del 2003 quando alla mostra internazionale di Reggio Emilia, n’acquistai per puro caso da un allevatore una coppia.

Difatti prima non ne avevo mai sentito parlare e tanto meno veduta in qualche negozio d'animali.

Devo dire che il primo anno d’allevamento non fu affatto soddisfacente, perché a fine stagione potei contare solo 3 giovani quaglie allevate.

La femmina depose sì molte uova, ma la maggior parte era infeconda e quei pochi piccoli che nascevano erano facili a contrarre malattie intestinali, che li portavano alla morte nel giro di pochi giorni.

La collocai dapprima in una gabbia di piccole dimensioni, poi in seguito quando venne primavera nella voliera all’aperto, dove si cimentò anche nella cova delle uova, anche se non nacque nulla, forse dovuto anche al fatto che erano state bagnate da un forte temporale.

Poi nel novembre 2004 sempre a Reggio Emilia acquistai altre femmine da un altro allevatore e sicuramente fu la mossa giusta. Infatti, fin dal mese di marzo le femmine nuove insieme alla vecchia ed al maschio, poste in un gabbione da un metro di lunghezza per 40 cm di larghezza, iniziarono a deporre moltissime uova che posi nell’incubatrice.

Questa volta nacquero diversi piccoli e molto più robusti di quelli dell’anno prima, dato che sopravissero tutti senza uso di particolari medicine preventive.

Li posi in scatole di cartone riscaldate con lampadine come faccio per anche gli altri piccoli pulcini delle altre specie che ho (Quaglia della Cina, Quaglia della California, Roul-Roul).

Li ho alimentati con del mangime per pulcini tritato fine mescolato assieme a del pastoncino secco per canarini, aggiungendo specialmente nei primi giorni degli insetti surgelati (pinkies o buffalos) che si trovano in commercio e di cui sono ghiotti come del resto ogni piccolo pulcino lo è. Sono cresciute in fretta e nel giro di 2 mesi hanno assunto le dimensioni e la colorazione degli adulti, anche se la maturità sessuale credo la raggiungano in seguito, probabilmente la primavera dell’anno successiva alla nascita.

Difatti ancora le giovani femmine nonostante abbiano anche 4 mesi non hanno mai deposto alcun uovo, al contrario delle giovani femmine di Quaglia di Cina che depongono anche dopo solo 2 mesi dalla nascita.

Per fortuna ora ne ho abbastanza da proseguire l’allevamento col mio ceppo e per cederne a qualche altro appassionato allevatore.

Finisco ripetendo che senz’altro la Quaglia Arlecchino merita maggior attenzione da parte di tutti noi allevatori, perchè è un animale semplice da allevare e anche non richiede molto spazio.

Per coloro che volessero qualunque informazione e per scambiare esperienze d’allevamento metto a disposizione l’indirizzo e-mail: Francesco.fatt@libero.it

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www.apopesaro.it - Creato il 7 Aprile 2007: Registrato il 18 Aprile 2007: Pubblicato il 20 Aprile 2007: Autore: [BERLUTI STEFANO]. Titolare del copyright: [ASSOCIAZIONE PESARESE ORNICOLTORI]
Ultimo aggiornamento webmaster: 02-07-13.