Quando nel 2002, ebbi modo di leggere su Alcedo delle tecniche per realizzare, in piena sicurezza, i semi germinati che sono così utili per l'imbecco e lo svezzamento dei nidiacei, pensai che tutta la procedura fosse troppo complessa e con troppi risciacqui che non avrei potuto fare (parto la mattina e torno la sera dal lavoro). Infatti, in mancanza di meglio utilizzai, ed ancora utilizzo come "scorta" i gemi germinati già pronti in barattolo, solo nel 2005, per necessità, provai a fare qualche tentativo di germinazione. Vorrei precisare che la tecnica descritta sui numeri di Alcedo è quella ottimale, un buon numero di risciacqui tra le varie fasi, e l'utilizzo di sostanze disinfettanti come steramina o amuchina mettono al riparo dal pericolo muffe, pertanto, voi che leggete è questa la tecnica che dovete seguire (andate, se potete, a leggervi i numeri 3,4,5 del 2002). Quello che io ora andrò a descrivere velocemente, non deve essere un esempio da seguire, ma vuole soltanto essere inteso come esperienza personale che non è detto vada bene per i.I semi che prevalentemente utilizzo sono quasi sempre il girasolino nero, una miscela di semi già pronta (in prevalenza niger), oppure a volte della canapuccia che alterno.
Non utilizzo sostanze disinfettanti, pertanto la germinazione deve essere il più veloce possibile, se le condizioni climatiche non la consentono allora significa che i semi che andrò a somministrare non saranno germinati ma semplicemente ammollati, ma il risultato dell'imbecco tutto sommato non cambia.
La sera, quando rientro dal lavoro dopo le 19.00, prendo una modica quantità di semi, la sciacquo sotto l'acqua e la metto in un contenitore pieno d'acqua.
Il mattino seguente risciacquo i semi ammollati mettendoli in un passino a maglie non troppo strette sotto l'acqua in modo da far fluire via tutte le impurità dei semi.
Quindi, i semi così risciacquati, li metto in uno scolino per pasta o insalata, con le maglie larghe in modo che i semi abbiano una discreta ossigenazione, il tutto lo metto in un recipiente dove avrò messo due/tre dita d'acqua, poca così che non vada a bagnare i semi, ma sufficiente per formare umidità che andrò a creare chiudendo il recipiente con una altro uguale tale da formare un contenitore chiuso. Si creerà così una camera umida ideale per la germinazione. Questo recipiente lo posiziono su una scaffalatura interna ad una casetta in legno che ho in giardino. All'interno della casetta, che con la porta chiusa rimane completamente buia, con le giornate assolate la temperatura sale di parecchio e questo mi facilita la germinazione. I semi così trattati alla sera sono già germinati facendo in modo che tutto il processo si concluda in meno di 36 ore diminuendo così il rischio di possibili muffe.
Risciacquo il tutto finché l'acqua che fluisce via non sia completamente chiara, segno che i semi sono puliti da impurità residue, e quindi al mattino utilizzo il necessario mischiandolo con del pastone secco, i semi in più li conservo in frigorifero per il giorno seguente dentro un barattolo chiuso.
E' indubbio che l'utilizzo di questi semi, favorisce l'accrescimento dei nidiacei, e sopperisce alla mancanza dei semi allo stato lattiginoso di cui si cibano gli uccelli allo stato libero specialmente durante le cove, stimolano le femmine all'imbecco, e rendono meno traumatico il passaggio al seme secco dei novelli. Insieme all'uovo, credo che sia l'elemento di fondamentale importanza se si vogliono raggiungere dei risultati soddisfacenti sia in termini di qualità che di quantità di novelli svezzati.
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www.apopesaro.it - Creato il 7 Aprile 2007: Registrato il 18 Aprile 2007: Pubblicato il 20 Aprile 2007: Autore: [BERLUTI STEFANO]. Titolare del copyright: [ASSOCIAZIONE PESARESE ORNICOLTORI]
Ultimo aggiornamento
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02-07-13.